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Il rapporto tra libertà di espressione e diritto d’autore rappresenta un terreno d’indagine importante per comprendere come l’evoluzione tecnologica si sia tradotta nell’esigenza di individuare un bilanciamento nuovo tra diritti fondamentali fra loro “naturalmente” in tensione.

Tutte le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o l’espressione, formano oggetto del diritto d’autore.

Il Prof. Vincenzo Zeno Zencovich, docente di Diritto Comparato all’Università di Roma Tre, ha illustrato in uno scritto di alcuni anni fa, dal titolo “Diritto d’autore e libertà di espressione: una relazione ambigua“, le ragioni che si celano dietro l’inasprimento del conflitto tra libertà di espressione e diritto d’autore. Secondo Zeno Zencovich, infatti, il corretto intendimento di questo rapporto presuppone un dato essenziale, e cioè che intorno alla metà del ventesimo secolo, «il diritto d’autore ha cessato di essere principalmente una forma di protezione giuridica di artisti ed interpreti ed è diventato, in maniera crescente, un privilegio di alcune imprese, comunemente definite “industrie culturali”».

In un articolo pubblicato il 24 novembre 2014 su Federalismi (Rivista di Diritto pubblico, italiano, comparato, europeo), il Prof. Zeno Zencovich tratta la questione delle due recenti ordinanze del TAR che hanno rimesso alla Corte Costituzionale questioni in ordine alla legittimità del Regolamento AGCOM 680/13 sulla tutela del diritto d’autore in Internet.

Le critiche possono essere racchiuse in una formula propria del sindacato sugli atti amministrativi, quello della “motivazione complessa”. Perché – scrive il Professore – “alla fine della lettura delle due ordinanze, viene da chiedersi il senso della remissione posto che esse offrono, all’interno delle loro motivazioni sovrabbondanti, vie di soluzioni ben più semplici e solide giuridicamente”. Nelle questioni sollevate vi è un errore di fondo, e cioè che tutto quello che circola sulla Rete sia una forma di manifestazione del pensiero, e che dunque chi limita la Rete, viola l’art. 21 Cost. e l’art. 11 CEDF.

L’articolo di Zeno Zencovich è consultabile a questo link. A supporto del pensiero e dell’analisi del Professore, è possibile leggere ulteriori articoli, tratti da Federalismi. Di seguito i titoli dei vari articoli e il collegamento al quale reperirli: