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Antonio Marras – Foto: Sardegnaeventi24

Moda, cultura e architettura si incontrano: lo stilista algherese, Antonio Marras, firmerà la facciata del Museo di Cabras, nuova sede permanente del patrimonio scultoreo di Mont’e Prama.

Antonio Marras, ormai affermato nel mondo della moda internazionale, si occupa da sempre di arte, come dichiara anche in un’intervista rilasciata a Playboy Italia:

«(Che cosa mi tiene così legato al mondo dell’arte?) L’arte per me è una passione, e come tale va coltivata. Mi informo, la cerco e vi dedico tutto il tempo che posso. Se una mostra, una performance o uno spettacolo mi interessano, nulla mi frena e rinuncio a tutto pur di non perdermeli. Per chiunque faccia il mio mestiere l’arte è una molla potentissima e una grande fonte di ispirazione, e io sono sempre affamato di immagini e di suggestioni…».

Le sue creazioni, ispirate alla cultura sarda e fatte di materiali semplici e tradizionali, ma del tutto originali e spesso eccentriche, sono caratterizzate dal “ligazzio rubio” (in algherese, il legaccio rosso) che diventa il biglietto da visita del suo stile.

Nonostante il suo lavoro di stilista lo porti sempre in viaggio, non rinuncia alla Sardegna, dove continua a vivere, convinto che la sua forza gli arrivi proprio dall’isola. Naturale dunque l’interesse profondo a partecipare alla realizzazione della facciata del museo per i Giganti di Mont’e Prama, progettato da due giovani e preparati architetti, Renata Fiamma e Walter Dejana, laureati proprio ad Alghero.

Il progetto è stato presentato il 6 febbraio scorso, alla presenza anche del sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu. Gli architetti, in quella occasione, descrissero la nuova “casa” dei giganti come “un volume puro monolitico che sembra fluttuare sul suo basamento di calcestruzzo e acquista leggerezza grazie a un taglio netto che corre lungo tutto il perimetro”, specificando inoltre che “le statue emergono dal buio, che rappresenta l’ignoto, per essere ammirate nella luce, che rappresenta la conoscenza. Nel rapporto buio-luce si esprime l’incertezza che circonda le sculture e la loro grandezza“.

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Gli architetti Renata Fiamma e Walter Dejana in una foto scattata in occasione della mostra dedicata a Thomas Ashby, da loro curata ed esposta al Museo Sanna di Sassari – Foto: blogamari.com

Le facciate del nuovo padiglione espositivo dunque saranno realizzate attraverso un lavoro di reinterpretazione della tecnica scultorea del sand-casting, inventata da Costantino Nivola. Secondo le prime anticipazioni, la mastodontica opera, composta da 176 pannelli tutti diversi tra loro e immaginati per comporre un grande bassorilievo, dovrà evocare nella mente dei visitatori una Dea madre che nel suo grembo racchiude le statue di pietra.