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Il concetto di cultura comprende valori come l’arte o la letteratura, le tradizioni e i costumi, le lingue, gli edifici, il paesaggio, e persino lo stile di vita degli individui e delle comunità di appartenenza.

Nell’articolo pubblicato sull’ultimo volume di “Nuove Alleanze – Diritto ed economia per la cultura e l’arte”, la Professoressa Teresa Carballeira Rivera, tratta il tema della tutela della cultura da un punto di vista giuridico, classificando la cultura in tre tipi.

Avremo quindi i “prodotti” culturali, materiali o immateriali; i “processi” culturali, legati all’arte, alla creazione scientifica o all’invenzione; e gli “stili” di vita, ovvero il patrimonio collettivo di un gruppo o una comunità che comprende sia gli elementi materiali che quelli spirituali.

C’è da capire però – dice la Professoressa Carballeira – se tutti questi significati della cultura abbiano o meno lo stesso livello di protezione giuridica. E da un’analisi della giurisprudenza nazionale e internazionale si può constatare che, in effetti, così non è.

Tanto per cominciare, il tema della protezione dei prodotti (o beni) culturali è stata ampiamente analizzata e trattata in dichiarazioni emanate dall’UNESCO quali, ad esempio, la Convenzione dell’Aja per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (1954), la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) o la recente Convenzione interazionale per la salvaguardia dei beni immateriali (2003). Tutte queste convenzioni hanno avuto una evidente influenza sui Diritti nazionali.

Prendendo come esempio la Costituzione spagnola, l’art. 46 obbliga i poteri pubblici a “garantire, preservare e promuovere l’arricchimento del patrimonio storico, culturale e artistico dei popoli della Spagna e dei beni che lo integrano, indipendentemente dal loro status giuridico e dalla loro titolarità”. Sulla stessa linea si muove anche l’art. 9 della Costituzione italiana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Contrariamente a quanto appena visto, la creazione artistica e culturale, invece, “presuppone un duello tra interessi pubblici e privati”: da un lato, l’interesse generale che ha la società sulla creazione, il diritto di godere della manifestazione artistica e di coltivare il proprio patrimonio culturale; dall’altro, il diritto dell’autore di conservare la proprietà delle proprie creazioni e di trarre benefici da tale condizione di privatezza.

La risoluzione di questo conflitto, continua Teresa Carballeira, “ha avuto luogo con il riconoscimento dei diritti d’autore o di proprietà intellettuale e con la loro configurazione come un diritto di proprietà limitato”. Rende chiaramente questo assunto Prieto de Pedro, sostenendo che “il compromesso che stabilisce che la proprietà intellettuale unisce due interessi, all’inizio apparentemente inconciliabili, l’interesse privato dell’autore ad avere il controllo sulla propria opera e l’interesse della società di goderne senza ostacoli alla creazione e alla cultura, si conciliano solo se si configura una proprietà limitata nell’estensione e nel tempo” (Excepción y diversidad cultural, Fundación alternativas, 2005). E ancora, “Nella sua estensione, perchè ci sono atti di godimento della creazione protetta […], che sono eccezioni o limiti al monopolio dell’autore. E poi, una proprietà limitata nel tempo, perchè non si accetta che la proprietà dell’autore sia eterna, così come la proprietà in generale, che è temporanea, da momento che l’opera protetta, dopo la scadenza stabilita, entra nel pubblico dominio”.

La libertà di creazione culturale è essenziale per la cultura. Per questo, è protetta da diritti fondamentali come il diritto alla produzione e creazione letteraria, artistica, scientifica o tecnica. Anche la Costituzione italiana riconosce il diritto creativo, all’art. 33, sostenendo che l’arte e la scienza sono libere, così come il loro insegnamento.

La concezione ampia della cultura come stile di vita, infine, si riferiesce a tutto un insieme di valori materiali e immateriali che costituiscono l’identità dei popoli e che per la loro ampiezza tendono ad essere protetti con la parziale difesa dei diritti individuali. E’ da evidenziare, tuttavia, un diritto di carattere collettivo di particolare importanza, almeno nell’ambito internazionale: il diritto all’autodeterminazione.

La Dichiarazione internazionale dei Diritti dell’Uomo, così come la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici riconoscono il diritto dei popoli all’autodeterminazione. Il fatto cioè di poter definire il proprio specifico modello politico e perseguire il proprio sviluppo economico, sociale e culturale. La possibilità di partecipare al governo e al processo decisionale senza disriminazioni, inoltre, si collega direttamente con i diritti culturali e, in particolare, con la diversità culturale.

In Europa, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo sta esercitando una difesa della cultura come stile di vita attraverso la tutela degli aspetti culturali dei diritti fondamentali contenuti nella Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo. Così, attraverso il diritto all’istruzione (art. 2) e la non discriminazione (art. 14), ha difeso l’uso delle lingue minoritarie in Belgio. Allo stesso modo, attraverso l’art. 11 sulla libertà di associazione, è stato possibile difendere i diritti delle minoranze culturali in Grecia.

In tutta la società democratica, conclude la Professoressa Carballeira, si deve rispettare l’identità etnica, culturale, linguistica e religiosa di ogni persona appartenente a una minoranza, ma anche creare le condizioni adeguate che consentano di esprimere, preservare e sviluppare quest’identità, con il limite dell'”ordine pubblico costituzionale”.

Per un quadro più dettagliato delle caratteristiche che contraddistinguono le tre diverse concezioni della cultura sopra citate, la lettura integrale dell’articolo di Teresa Carballeira è certamente indispensabile. A questo link potrete scaricare il pdf.