A partire dal 10 maggio 2018 e sino a fine giugno gli scaffali dell’ex Biblioteca universitaria di Sassari saranno occupati dagli interventi di oltre sessanta artisti, riuniti in occasione della mostra No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti e rigorosamente disposti in ordine alfabetico come in un catalogo per autori. La mostra rientra nel programma di Sentieri Contemporanei, progetto della Fondazione di Sardegna pensato e gestito con la direzione scientifica di Decamaster e la curatela artistica di Zerynthia. Le biografie che seguono sono a cura di NOW New Operation Wave, rete operativa internazionale di confronto tra i diversi interpreti del contemporaneo.

Nelle opere di Mark Manders (Volkel, Germania, 1968) c’è un evasione da qualsiasi dimensione temporale che potrebbe connotarle storicamente. Spesso tappa le finestre con giornali (inesistenti)per non avere interferenze dall’esterno, cioè con un luoghi specifici Quello che crea sono attimi bloccati, le sue opere sono “come gelate nello stesso momento”, come se fossero sempre esistite. Tutto il suo lavoro è essenzialmente un’indagine su se stesso. E’ estremamente interessato al linguaggio, usando meno parole possibili, anzi scrive con e attraverso oggetti. Protagonista della sua scaffalatura: lui medesimo.

Le opere di Kris Martin (Courtrai, Belgio, 1972) pongono sempre delle domande, sono cariche delle preoccupazioni del nostro tempo. Le sue pratiche – segnate da una forte spiritualità, poetiche di un’estetica delicata ma non per questo prive di humor – si legano alla grande Storia che ci riguarda e alla piccola storia dell’oggetto che serve di supporto. La sua arte testa le conoscenza dello spettatore, ma simultaneamente le contesta. Protagonista della sua scaffalatura: il Nuovo Testamento.

Liliana Moro (Milano, 1961) mostra una particolare abilità nel far comunicare tra loro i materiali e le cose, utilizzandoli come conduttori di senso e amplificatori dell’effetto emotivo dell’opera. Anche il suono, elemento ricorrente della sua ricerca, è, nelle intenzioni dell’artista, un “semplice materiale di lavoro”, un attrezzo come gli altri che serve a metterci in rapporto con il mondo. Liliana Moro non usa il suono come didascalia o commento di un’immagine (colonna sonora, per intenderci), né come indizio di pratiche sociali, bensì nei suoi lavori è la sostanza fisica e corporale del suono a essere protagonista. Il suono, dunque, come elemento concreto che edifica o altera lo spazio e ci consente di costruire immagini dal nulla, di farci vedere il mondo in sua assenza. Protagonista della sua scaffalatura: il suono.

Hidetoshi Nagasawa (Tonei, Manciuria, 1940) arriva dal Giappone in Italia alla fine degli Anni Sessanta e da allora non si muoverà più dal suo paese d’elezione. Porta con se però saperi e sensibilità dall’Estremo Oriente che si sposano con un apprendimento dell’arte classica occidentale. I riferimenti principali della sua poetica sono stati la natura e la memoria. Armonia, bellezza ed equilibrio hanno caratterizzato tutta la sua opera. Protagonista della sua scaffalatura: un Sasso.

L’indagine artistica di Matteo Nasini (Roma, 1976) è di natura ibrida. Quando si osserva il suo lavoro, la sensazione è di percorrere una linea di confine. Camminiamo su di un filo tirato lungo territori che si fondono, tra suono, materia, arte e tecnologia. Nasini mette alla prova sé stesso con un approccio immersivo in ambiti e tecniche a lui estranei che, una volta riconfigurati fanno emergere lavori carichi di pratica e di poesia. Protagonista della sua scaffalatura: Il sonno profondo.

La ricerca artistica di Olaf Nicolai (Halle, Germania, 1962) si basa su un approccio concettuale teso a stimolare dei processi di riflessione. L’artista trasforma elementi del quotidiano in un idioma estetico che invita a nuove esperienze del reale. Il suo lavoro è carico di riferimenti culturali alla storia presente e passata. Traduce teorie scientifiche in arte rendendole accessibili attraverso una ri-contestualizzazione. Alla corrente appropriazione della natura da parte del mondo contemporanea risponde con la creazione di paesaggi artificiali. Protagonisti della sua scaffalatura: gli oggetti che il mare restituisce.

Per Maria Nordman (Görlitz, Germania, 1943) californiana dalla sua infanzia, il mondo non è determinato da corpi separati; tra i corpi corre energia, tutto è interconnesso. L’ambiente è essenzialmente aria e luce, la natura si integra nei progetti caratterizzati da una geometria minimale in cui l’artista indica unicamente punti di vista. Il tempo scorre lasciando leggere tracce. I suoi “monumenti effimeri” devono essere accessibili a tutti, alla base c’è sempre la relazione umana in un rapporto non gerarchico, un rapporto socratico, 1:1. Protagonisti della scaffalatura: aria, luce e amore.

Luigi Ontani (Vergato, 1943), rivisitando eroi della mitologia, personaggi della storia e della storia dell’arte usa il proprio corpo come soggetto dell’arte e come veicolo di comunicazione. Il suo linguaggio simbolico è caratterizzato da una forte ironia. Esprime il suo universo narcisistico attraverso ritratti fotografici, maschere, ceramiche, miniature, acquarelli e tessuti. La scrittura è parte integrante del suo lavoro, i suoi testi ibrido-poetici accompagnano tutta la sua opera. Nutre un vero e proprio culto per i libri. Protagonisti della sua scaffalatura: il libro di ceramica.

Luca Maria Patella (Roma, 1934) conduce una ricerca analitica su ogni sistema di conoscenza attraverso una pluralità di mezzi e di linguaggi. Il suo è un approccio psichica, mentale e culturale. In Patella, dice Jan Hoet “tutto diventa ready-made, anzi, attraverso il suo effetto di specularità lo si potrebbe definire un ready-made reciproco. Nella sua opera si crea un effetto tautologico in cui l’artista scopre un universo dentro un altro universo”. Protagonista della sua scaffalatura: Denis Diderot.

“Il mio interesse è sempre stato nelle alterazioni e suggestioni percettive e nelle strutture del pensiero che si manifestano anche nelle cose più semplici”, così Luana Perilli (Roma, 1981) spiega il suo lavoro. L’artista utilizza pratiche specifiche – come, ad esempio, la ripetizione – per creare contesti e “visioni” paradossali che permettono di vedere situazioni comuni in maniera inconsueta. Più recentemente, l’interesse verso la sociobiologia ha indirizzato la sua ricerca verso l’analisi del problematico e affascinante rapporto tra natura e cultura, tra le strutture ideologiche e quelle naturali. Protagonista della sua scaffalatura: l’entomologia.

Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) di formazione psichiatrica, ha portato il suo background nell’arte, dando rilievo ai paradossi. Fatti considerati comunemente insignificanti per lui diventano motivo di analisi e base di progetti artistici. Insieme a Sergio Lombardo e Anna Homburg, fondatore nel 1977 del Centro Studi Jartrakor aderisce alle teorie Eventualiste. E’ l’autore di innumerevoli performance che creano cortocircuiti culturali e sociali coinvolgendo il pubblico a pieno titolo. Tra i suoi tanti progetti di ricerca segnaliamo Oreste, una piattaforma per artisti emergenti, creata nel 1998 in collaborazione con Zerynthia. Protagonista della sua scaffalatura: i francobolli.

L’opera di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) si rapporta sia allo spazio con il quale si fonde/confonde che all’universo pittorico evocativo e sensibile. Terzo elemento è la luce, sempre riflessa ma vibrante che rimanda a una spiritualità laica. L’immagine è per sua natura espansiva e crea una centralità magnetica. La parola è comprimaria all’immagine, il suono segue il passo. L’artista vede l’arte “come motore del cambiamento della realtà” che come tale assume una valenza non solo etica ma anche politica. Protagonisti della sua scaffalatura: i libricini dedicati a Sandro Penna.

Mettendo al centro del suo lavoro lo specchio, Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) lascia alle sue spalle l’arte autoreferenziale per aprirsi al mondo. Passando dall’io al noi, le parole d’ordine sono: reinventarsi e aprire la mente al nuovo; sul piano sociale e culturale significa non fermarsi alla denuncia dello stato attuale, bensì creare una trasformazione culturale con l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile. Il suo progetto del “Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra.” (MP). Protagonisti della sua scaffalatura: una proliferazione di specchi.

No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti è parte del progetto triennale Sentieri Contemporanei promosso da Fondazione di Sardegna Decamaster/Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea Odv, con il patrocinio della Fondazione No Man’s Land.

Sentieri Contemporanei è un palinsesto itinerante di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Il filo conduttore di Sentieri contemporanei è rappresentato da una grande installazione modulare di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavéle dal titolo “No Man’s City / La Città di Tutti”, che costituisce lo scenario, mobile e mutevole, delle varie tappe di Sentieri Contemporanei. Il suo viaggio è accompagnato da interventi artistici e momenti di approfondimento scientifico nella considerazione dei vari contesti coinvolti, e da un calendario di iniziative collaterali organizzate in collaborazione con istituzioni e organizzazioni culturali.

Articolo di:
Paola Mulas
Coordinatrice del Progetto Sentieri Contemporanei per l’Università di Sassari