A partire dal 10 maggio 2018 e sino a fine giugno gli scaffali dell’ex Biblioteca universitaria di Sassari saranno occupati dagli interventi di oltre sessanta artisti, riuniti in occasione della mostra No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti e rigorosamente disposti in ordine alfabetico come in un catalogo per autori. La mostra rientra nel programma di Sentieri Contemporanei, progetto della Fondazione di Sardegna pensato e gestito con la direzione scientifica di Decamaster e la curatela artistica di Zerynthia. Le biografie che seguono sono a cura di NOW New Operation Wave, rete operativa internazionale di confronto tra i diversi interpreti del contemporaneo.

Annie Ratti (Como, 1970), interrogandosi sulle complessità sociali e culturali del mondo contemporaneo, lavora sia sul un piano esistenziale che su quello sociale. Gli spazi che tocca si trasformano in laboratori dove sperimentare metodi per affrontare conflitti umani e stati di emergenza o di incertezza. Migliorare lo stato psicofisico del pubblico è parte del suo giuoco volto a cambiare idee e pratiche preconcette. Gli oggetti e le immagini che crea hanno un carattere liberatorio ed invitano alla comunicazione e alla partecipazione. Protagonisti della sua scaffalatura: i suoi taccuini.

Attraverso le sue installazioni Gert Robijns (Sint-Truiden, Belgio, 1972) ci parla di piccole catastrofi quotidiane pescando nella memoria personale e collettiva. Il momento descritto dall’artista è sempre successivo all’evento, è il risultato di un accaduto. Spesso usa oggetti di provenienza domestica stravolgendone la funzione. Il confine tra lo spazio e l’opera è fluido, a discrezione dello spettatore che si trova di fronte a situazioni surreali, tragicomiche, cariche di poesia. Protagonista della sua scaffalatura: la città di Carbonia.

Per Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947) l’arte è conoscenza acquisita attraverso un percorso interno; l’incontro, la processualità ne rivelano l’intima essenza. L’arte abbraccia la vita, i legami, la casa dell’artista. Salvadori pone all’attenzione i metalli, la natura delle diverse sostanze, le loro qualità e corrispondenze. E’ attraverso l’azione del taglio delle superfici che si determina una trasformazione. L’opera ne è testimonianza. I diversi risultati visualizzano un’energia che si viene a manifestare nel momento. Protagonista della sua scaffalatura: i suoi cantieri.

Nella sua curiosità perenne Maurizio Savini (Roma, 1962) tocca tutti gli aspetti del contemporaneo e della storia cercando di influenzare la coscienza collettiva attraverso una lettura critica dei fatti e dei dati. Il suo atteggiamento è privo di retorica e si oppone quindi ad ogni tentazione di celebrazione. L’artista diventò noto attraverso l’uso del supermalleabile chewingum come materiale artistico che si presta per immagini che affiorano dall’inconscio, mentre il colore rosa shocking del medesimo immerge in un universo volutamente artificiale. Protagonista della sua scaffalatura: la lepre di Dürer.

“La teatralità nomade” di ManfreDu Schu (Vienna, Austria, 1956) mette in scena il suo essere intimo, in una rappresentazione per tratti enigmatica della sua vita. Muovendosi tra veglia e sogno crea stati di sensualità capaci di comprendere la complessità e la polivalenza dell’essere. L’arista si basa su un metodo di decostruzione dando forma a una narrazione dell’assurdo popolato da rituali arcaici. Il suo uso sperimentale ed imprevedibile di testi, parole e vocaboli evoca la prassi dadaista. Protagonisti della sua scaffalatura: i serpenti.

Il concetto artistico di Roman Signer (Appenzell, Svizzera, 1938) si basa sulla processualità e la trasformazione. Le sue operazioni, caratterizzate da leggerezza ed ironia sono meticolosamente pianificate, eseguite e documentate. Con i suoi materiali, oggetti che provengono dalla quotidianità, l’artista crea collisioni, inversioni di causa effetto, “distruzioni controllate” che provocano stupore e riflessione. C’è però una venatura tragica nel suo affrontare la fugacità delle cose e nell’ evidenziare la fragilità degli esseri umani che spesso si perdono in cose insensate. Protagonisti della sua scaffalatura: i libri ingoiati e risputati dal fiume.

Nelle geometrie essenziali che attraversano tutta la sua opera, Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940) adotta “la tattica della spoliazione”, non si riferisce a linguaggi riconducibili a un mondo esterno e preesistente, né crea oggetti che abbiano una riconoscibilità nel reale. Lo spirito precede la forma in una ricerca essenzialmente tautologica. Protagonista della sua scaffalatura: il colore.

I lavori di Michele Spanghero (Gorizia, 1979) sono connotati da un’estetica rigorosa, essenziale e da un approccio trasversale che combina ricerca sonora e arti visive con una forte componente concettuale. L’attenzione dell’artista registra impercettibili variazioni sonore, si sofferma su geometrie marginali dove ascolto e sguardo dello spettatore non sono saturi d’informazioni. Protagonista della sua scaffalatura: un viaggio nelle Repubbliche Baltiche.

Il punto centrale della ricerca artistica di Donatella Spaziani (Ceprano, 1970) è il dialogo tra l’esterno e l’interno, tra il corpo e lo spazio circostante. Il vissuto intimo è frutto di un’esperienza poetica che fluttuando in una condizione vaporizzata diventa universale. L’artista lavora sulla sottrazione trasformando la realtà tangibile in tracce. Il vissuto affiora nei segni dove il peso gravitazionale è sospeso e l’esterno rientra verso l’interno. E’ una “fuga sempre più profonda dentro la realtà”. ABO Protagonista della sua scaffalatura: la memoria.

Leonid Tishkov (Nižnie Sergi, Russia, 1953) applica tecniche surrealiste, irrazionali al sogno d’avanguardia. Gli stili vengono miscelati e sovrapposti gli uni sugli altri e disorientano lo spettatore. L’artista è un cantastorie, seguendo una tradizione poetica e metafisica, a volte magica. In un mondo pieno di contraddizioni e violenze, i suoi progetti, privati, calmi e delicati, ci riportano a una visione romantica, da lungo tempo dimenticata. Protagonista della sua scaffalatura: la sua Luna privata.

No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti è parte del progetto triennale Sentieri Contemporanei promosso da Fondazione di Sardegna Decamaster/Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea Odv, con il patrocinio della Fondazione No Man’s Land.

Sentieri Contemporanei è un palinsesto itinerante di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Il filo conduttore di Sentieri contemporanei è rappresentato da una grande installazione modulare di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavéle dal titolo “No Man’s City / La Città di Tutti”, che costituisce lo scenario, mobile e mutevole, delle varie tappe di Sentieri Contemporanei. Il suo viaggio è accompagnato da interventi artistici e momenti di approfondimento scientifico nella considerazione dei vari contesti coinvolti, e da un calendario di iniziative collaterali organizzate in collaborazione con istituzioni e organizzazioni culturali.

Articolo di:
Paola Mulas
Coordinatrice del Progetto Sentieri Contemporanei per l’Università di Sassari