Ettore Spalletti

Ettore Spalletti, Photo Credit Azzurra Ricci

 

Ettore Spalletti, artista internazionale tra i più grandi del Novecento, nato a Cappelle sul Tavo nel 1940, è scomparso questo 11 ottobre.

Con la sua arte cromatica e concettuale, nell’incontro tra colore e architettura che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, Spalletti ha attraversato la contemporaneità italiana, sempre rimanendo legato al suo Abruzzo, dove ha vissuto fino agli ultimi istanti della sua intensa vita.

Nelle linee e nelle dimensioni intime della sua ispirazione pittorica e delle sue opere trascendenti, il suo linguaggio e il suo stile, così peculiare, si distinguono per la sua affinità con l’arte cinetica, visibile nella sua predilezione nel voler realizzare, attraverso una singolare ricerca cromatica, un legame tra spettatore e opera.

Le opere di Spalletti sono state esposte nei principali musei del mondo e hanno arricchito le più importanti mostre d’arte nazionali e internazionali, tra le quali Documenta di Kassel (1982, 1992), e la Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997), ma anche con le esposizioni personali a Parigi (Musée d’art moderne de la Ville de Paris, 1991), New York (Osmosis, S. R. Guggenheim Museum, 1993, con Haim Steinbach), Anversa (Museum van Hedendaages Kunst, 1995), Strasburgo (Salle des fêtes, Musée d’art moderne et contemporain, 1998-99), Napoli (Museo nazionale di Capodimonte, 1999), Leeds (Henry Moore Foundation, 2005).

Nel 2014 è stata concretizzata la più compiuta retrospettiva dell’artista, intitolata “Un giorno così bianco, così bianco”, realizzata con circa 70 opere e allestita in un circuito museale formato dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal Museo Madre di Napoli, nel quale sono stati analizzati i differenti aspetti della sua ricchissima produzione artistica.

Due anni fa era stato insignito, in una solenne cerimonia, della laurea honoris causa in Architettura dell’Università d’Annunzio di Chieti.

Nella scorsa primavera è stato presentato un documentario, a lui dedicato, scritto e diretto da Alessandra Galletta, risultato di tre anni di lavoro tra pensieri e racconti dell’artista e testimonianze di persone care ed esperti d’arte. La pellicola, un film di LaGalla23, è stata mostrata per la prima volta in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione “Ombre d’azur, transparence”, in corso, fino al 3 novembre, al Nouveau Musée National de Monaco – Villa Paloma di Montecarlo. Nel documentario si intrecciano l’immagine pubblica dell’artista, simbolo del Novecento, pittore e scultore, con la sua realtà quotidiana, nei suoi luoghi cari, tra Cappelle sul Tavo, Pescara e Spoltore, tra la casa e lo studio.

Aveva partecipato anche alla mostra collettiva “In Giro | A-round”, a cura di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea OdV e DECA Master, che si è svolta nel vecchio mercato dismesso di Alghero dal 30 aprile al 30 giugno 2017. Ispirata al Giro d’Italia, che in quell’anno festeggiava la sua centesima edizione, ha rappresentato una formidabile occasione per celebrare il paesaggio italiano quale patrimonio culturale diffuso, materiale e immateriale.

Ettore Spalletti, Disegno, 1979, per IN-GIRO/A-ROUND, Alghero 2017

 

La mostra è stata la prima tappa del Progetto Sentieri Contemporanei, progetto triennale di sviluppo territoriale a base culturale promosso dalla Fondazione di Sardegna , che da Alghero si è poi spostata tra Oschiri e Berchidda nel mese di agosto durante il Festival Time in Jazz, per arrivare nel chiostro della sede centrale dell’Università degli Studi di Sassari.

Sempre all’interno di Sentieri Contemporanei, più recentemente, nel 2018, aveva partecipato alla mostra collettiva “No Man’s Library | La Biblioteca di Tutti” allestita negli antichi scaffali della Ex Biblioteca Universitaria di Sassari, in cui il progetto ha continuato a lavorare sull’interpretazione degli spazi della collettività in senso culturale e sulla loro connessione con il panorama nazionale e internazionale dell’arte.

Dal volume “No Man’s Library/La Biblioteca di tutti”, le parole di Ettore Spalletti e un’immagine della sua scaffalatura in cui predomina il colore.

 

Articolo di Francesca Arras, allieva del Master DECApro