La riflessione sui Diritti Culturali richiede un approccio sistemico, integrato, che coniughi al meglio gli strumenti concettuali e operativi delle varie Scienze Sociali.
Per arrivare a quella trama “complessa” di Saperi, auspicata da Edgar Morin, è necessario che Antropologia, Sociologia e Diritto, superando gli steccati disciplinari, dialoghino sempre più tra loro nell’analisi del “fenomeno culturale”.
E’ su queste premesse teoriche che si fonda l’attività accademica e di ricerca del Professor Francisco Humberto Cunha Filho, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università brasiliana di Fortaleza, esperto internazionale di diritti culturali.
L’insigne giurista, autore del libro “Teoria do dereitos culturais” (di recente citato dalla giurisprudenza brasiliana per risolvere un caso concreto), è stato ospite, lo scorso 5 dicembre, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, nell’ambito delle attività del Dottorato in Scienze giuridiche e del Master di Secondo Livello in Diritto ed Economia per la cultura e l’arte nella Progettazione dello sviluppo territoriale (Decapro), per svolgere un’interessante e partecipata lectio magistralis sui diritti culturali.
Introdotto dal professor Domenico D’Orsogna (Ordinario di Diritto Amministrativo Uniss e Direttore del Master Decapro), il professor Cunha ha ripercorso le principali tappe evolutive che a livello normativo(Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948 e Dichiarazione UNESCO sulla diversità culturale 2005) hanno incardinato i diritti culturali all’interno della più ampia categoria dei diritti umani fondamentali.
Nello specifico, i diritti culturali abbracciano trasversalmente le quattro generazioni di diritti umani fondamentali (Diritti civili, politici, economici e sociali) e i rispettivi ambiti operativi, meritando adeguata tutela e protezione anche a livello internazionale.
“I diritti culturali – osserva il professor Cunha – sono quelli legati alle arti, alla memoria collettiva e al flusso di sapere che assicurano ai loro possessori la conoscenza e l’uso del passato, l’interferenza attiva nel presente e l’adozione di decisioni che incidono sul futuro, puntando sempre a rafforzare i valori di dignità, pace e sviluppo”.
Particolare attenzione, in questo senso, è stata dedicata all’analisi della “azione popolare”, istituto tipico e peculiare del diritto brasiliano, che permette alla collettività di veder tutelati, tra gli altri, beni comuni dalla forte valenza identitaria e relazionale, come l’ambiente e il patrimonio culturale.
Simboli, identità, valori e norme, sono state le parole chiave dell’intensa lectio magistralis, che ha dato modo al professor Cunha, di evidenziare, con la sua spiccata sensibilità giuridica, che la riflessione sistematica su “stili di vita, culti, istituzioni politiche, sociali e familiari, espressioni creative e culturali delle diverse comunità umane”, sia oramai imprescindibile, in una società sempre più multiculturale, votata alla mobilità e al cambiamento.
Articolo di Giuseppe Antonio Taras