Aldo Contini

Aldo Contini

Arriva a conclusione domenica 26 gennaio 2020 la mostra “Aldo Contini – Le alchimie della ragione – 1959/2009” allestita alla Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” di Oristano, a cura di Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu.

Si chiude così la prima retrospettiva dedicata all’artista di Sassari, a dieci anni dalla sua scomparsa. Le oltre 70 opere in mostra – molte delle quali inedite – permettono di gettare uno sguardo su un percorso di ricerca ricco e stratificato, e di ricostruirne almeno in parte la continuità e la completezza. I curatori promettono inoltre di proseguire presto nel loro doveroso lavoro di documentazione – appena cominciato. È del resto fuori discussione che Aldo Contini meriti una storicizzazione e un riconoscimento che sono fin qui mancati.

Contini – come emerge bene dal percorso espositivo – è stato infatti un ricercatore instancabile – dotto e raffinato, meticoloso, connesso con la scena artistica locale – di cui è stato spesso ispiratore e punto di riferimento – e con il dibattito artistico internazionale. Già negli anni ‘50 fu collaboratore di Eugenio Tavolara e contribuì con lui alla grande riforma dell’artigianato sardo che era nel progetto dell’Istituto I.S.O.L.A.

La sua ricerca pittorica iniziò però a metà degli anni ‘60 con i quadri su stagnola, qui documentati. Dei primi anni ‘70 è la serie dei “teatrini”, opere formate da tele sovrapposte o sezionate, che affrontano la tridimensionalità cercando solo apparentemente di sfuggire al formato-quadro: meta-opere dall’imprescindibile carattere concettuale – teatri – appunto, della rappresentazione.

Nel ‘76 fonda il Gruppo della Rosa – e a partire dal ‘77 realizza forse le sue opere forse più note, le Tautologie, quadri che raffigurano tubetti di colore e riportano scritte, tautologiche appunto, che ne indicano la tinta: “carminio”; “celeste” o anche le misure “Cento per centoventi olio su tela giallo indiano garanza rosa”. L’aspetto concettuale è qui al suo massimo e per interrogarsi esplicitamente sulla natura del quadro e del colore.

In mostra troviamo anche i monocromi realizzati fra la fine degli anni ‘70 e gli ‘80, e la serie dei quadri denominati Vetrate, in cui lo smalto rosso, materico, è intervallato da linee nere, e in cui l’esplorazione del colore prende la strada di quella del suo rapporto con la luce: superficie opaca contro superficie riflettente.

Una doppia natura della materia e del suo modo di reagire al mondo che riappare negli anni ‘90 con la serie Magnificat, che chiude la mostra di Oristano e il percorso dell’autore, che qui sublima in una purezza di forme e di concetti. Ispirandosi alla ricerca della e sulla luce dell’arte bizantina e medioevale, Contini utilizza foglie d’oro e d’argento vero e falso, che reagiscono al tempo ossidandosi in modo differente per restituire differenti cromie e interrogativi sulla natura stessa della “verità” della rappresentazione.

Una nota di merito va al titolo dell’esposizione. Si tratta infatti qui proprio di “alchimie”, sia per quello che riguarda la ricerca simbolica, che le sperimentazioni sulla materia e i materiali – ma di alchimie razionali – di uno spirito critico sempre acceso e dotato di grande ironia e savoir-faire urbano. Ne viene fuori la figura di un Contini alchimista scettico, un materialista che sapeva parlare il linguaggio del sacro.

Il finissage è doppiamente importante perché segna anche la fine del mandato in qualità di direttore della pinacoteca da parte dello stesso Ivo Serafino Fenu, dopo setta anni di eroica conduzione e mostre importanti realizzate fra mille difficoltà e con budget estremamente ridotti. Fenu ha appena rifiutato una proroga temporanea del suo incarico e il Comune di Oristano dichiara ora che avrà presto pronto il bando per la nomina del nuovo direttore.

Articolo di Giovanni Campus.

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Giovanni Campus
Laureato in filosofia, dottore di ricerca in Architettura e Ambiente con tesi dal titolo “The city as theatre: The performing space” è oggi Cultore della materia presso la cattedra di Estetica dell’Università degli studi di Sassari. Si occupa professionalmente da circa vent’anni di comunicazione e di progettazione in ambito culturale. È attualmente iscritto al DECApro: Master Interdipartimentale di II livello in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte nella Progettazione dello sviluppo territoriale.