Art-Bonus-decreto-cultura

È stato approvato il 28 luglio dal Senato il decreto-legge n. 83 “Art-Bonus” voluto dal ministro del MiBACT Dario Franceschini, che, tra le altre cose, ha introdotto nell’ambito delle disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, un credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura.

Il provvedimento, contiene diverse misure per favorire il mecenatismo culturale: un credito d’imposta per privati (persone fisiche e enti non commerciali) che vogliono effettuare donazioni per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura, e per la realizzazione di nuove strutture. Nello specifico il credito d’imposta (nei limiti del 15% del reddito imponibile e nei limiti del 5 per mille per i soggetti titolari di reddito d’impresa) sarà del 65% dal 2014 alla fine del 2015, e del 50% dal 2016 al 2019. I fondi messi a disposizione sono in tutto 52,6 milioni.

Un’analisi dettagliata del decreto-legge è stata fornita dal Prof. Andrea Crismani, professore associato di Diritto Amministrativo all’Università di Trieste e docente del DECA Master. L’articolo, dal titolo “ART-BONUS: strumento partecipativo alla gestione del bene pubblico“, specifica le caratteristiche principali del provvedimento, sottolineando come la cultura, oltre a costruire fondamentale fattore di coesione e di integrazione sociale, rappresenti anche un fattore di sviluppo economico.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo a un dibattito a seguito della pubblicazione del “Manifesto per la Cultura”, affermò con vigore che “se vogliamo più sviluppo economico, ma anche più occupazione, bisogna saper valorizzare, sfruttare fino in fondo la risorsa della cultura e del patrimonio storico-artistico”.

Nel commentare e supportare questa affermazione, Andrea Crismani sottolinea come numerose teorie economiche dimostrino un nesso molto forte tra cultura e sviluppo, laddove per cultura si intende una concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca scientifica, sviluppo e non mero strumento di aumento del Pil nazionale.

Concludendo la sua analisi, Crismani evidenzia il fatto che, nel nostro Paese,, le erogazioni liberali (donazioni e sponsorizzazioni), s0no decisamente esigue rispetto all’ammontare raccolto dai musei di altri Paesi quali, ad esempio, gli Stati Uniti o il Regno Unito.

Con il decreto “Art-Bonus” si cerca di favorire e potenziare il sostegno del mecenatismo e delle liberalità al fondamentale compito della Repubblica di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Ci si basa dunque sull’ultilizzo di un “credito d’imposta” nella misura del 65% delle erogazioni effettuate nel 2014 e 2015 e nella misura del 50% per il 2016.

E’ possibile reperire l’articolo integrale di Andrea Crismani, tratto dal sito web della Rivista di diritto pubblico italiano, comparato, europeo – Federalismi, cliccando qui.