A partire dal 10 maggio 2018 e sino a fine giugno gli scaffali dell’ex Biblioteca universitaria di Sassari saranno occupati dagli interventi di oltre sessanta artisti, riuniti in occasione della mostra No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti e rigorosamente disposti in ordine alfabetico come in un catalogo per autori. La mostra rientra nel programma di Sentieri Contemporanei, progetto della Fondazione di Sardegna pensato e gestito con la direzione scientifica di Decamaster e la curatela artistica di Zerynthia. Le biografie che seguono sono a cura di NOW New Operation Wave, rete operativa internazionale di confronto tra i diversi interpreti del contemporaneo.

Ironica e sagace, l’opera di Jimmie Durham (Arkansas, 1940) si interroga sul senso e sulla funzione dell’oggetto e del consumismo alla fine del XX secolo, riattraversando i fondamenti della tradizione della scultura moderna. Si tratta di opere che nascono spesso da oggetti trovati i quali, ponendo a confronto architettura, monumentalità e narrazioni delle identità e delle storie nazionali, decostruiscono e mettono in crisi gli stereotipi e i pregiudizi della cultura occidentale. La scaffalatura si presenta come uno spartito del suo immaginario.

Quello di Bruna Esposito (Roma, 1960) è un lavoro, fragile, di un’emotività mobile e galleggiante, spesso plasmato da materiali ordinari. Le sue immagini sono senza gravità di significati, mostrano qualcosa senza il bisogno di spiegazioni, concedono qualcosa senza rischiare ammaestramenti. Protagonista della sua scaffalatura: i segnalibri.

Jan Fabre (Anversa,1958) è un artista dai mille volti, un astronauta dell’arte, come ogni tanto si diverte a firmarsi. Ha creato un mondo ironico e istintivo, con le proprie regole e leggi, con i propri personaggi, simboli e motivi ricorrenti. Fabre continua nella sua ostinata e selvaggia ricerca del disagio del contemporaneo.

Di Matteo Fato (Pescara, 1979) dice Andrea Bruciati: “Di esili filamenti si nutrono le vibrazioni leggere della forma, luoghi trasfigurati che vagano nell’aria, simboli concreti che afferrano orizzonti ignoti, dissonanze armoniose, suoni nascosti nel vento, contrappunti di linee che seguono le vie instabili della melanconia. Sospeso tra nostalgia e ironica riflessione sul destino delle cose reali, il mondo di Matteo Fato si compone di pochi segni per rovesciare la misura inconscia del sogno, l’unica in grado di rivelare ciò che sta nel profondo delle immagini al loro primo apparire”. Protagonista della sua scaffalatura: Ludwig Wittgenstein.

Il lavoro di Marco Fedele di Catrano (Roma, 1976) si origina principalmente nell’oggetto-immagine e nella sua capacità di sopravvivere o meno all’interno del mondo contemporaneo e del consumo. Inteso come corpo, il più delle volte un’immagine povera, elemento banale e quotidiano, estrapolato da un suo contesto, continuamente riproducibile e riducibile, l’oggetto diventa protagonista di un processo trasformativo in una scala tra il materiale e l’astratto. All’interno di un gioco-forza tra immagine e spazio, inteso questo come contenitore sia sociale che materiale, sia strutturale che mentale, l’immagine modifica il suo codice interno assumendo una nuova identità. Protagonista della sua scaffalatura: Aumento invertito.

Federico Fusj (Siena, 1967) vede nella capacità che hanno gli artisti di abitare le circostanze che il presente offre un’uscita dell’arte dal sistema verso il mondo, una possibilità di dialogare con la vita, per trasformarla così in un universo durevole. L’arte è necessaria come l’illuminazione o la viabilità, è dentro la società. Protagonista della sua scaffalatura: Resurrezione ed ascesa di un’opera d’arte.

No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti è parte del progetto triennale Sentieri Contemporanei promosso da Fondazione di Sardegna Decamaster/Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea Odv, con il patrocinio della Fondazione No Man’s Land.

Sentieri Contemporanei è un palinsesto itinerante di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Il filo conduttore di Sentieri contemporanei è rappresentato da una grande installazione modulare di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavéle dal titolo “No Man’s City / La Città di Tutti”, che costituisce lo scenario, mobile e mutevole, delle varie tappe di Sentieri Contemporanei. Il suo viaggio è accompagnato da interventi artistici e momenti di approfondimento scientifico nella considerazione dei vari contesti coinvolti, e da un calendario di iniziative collaterali organizzate in collaborazione con istituzioni e organizzazioni culturali.

Articolo di:
Paola Mulas
Coordinatrice del Progetto Sentieri Contemporanei per l’Università di Sassari