A partire dal 10 maggio 2018 e sino a fine giugno gli scaffali dell’ex Biblioteca universitaria di Sassari saranno occupati dagli interventi di oltre sessanta artisti, riuniti in occasione della mostra No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti e rigorosamente disposti in ordine alfabetico come in un catalogo per autori. La mostra rientra nel programma di Sentieri Contemporanei, progetto della Fondazione di Sardegna pensato e gestito con la direzione scientifica di Decamaster e la curatela artistica di Zerynthia. Le biografie che seguono sono a cura di NOW New Operation Wave, rete operativa internazionale di confronto tra i diversi interpreti del contemporaneo.

Gli IRWIN (Ljubljana,1983) – Dusan Mandic, Miran Mohar, Andrej Savski, Roman Uranjek e Borut Vogelnik – sono un gruppo che da oltre 30 anni è impegnato nel cosiddetto “retro-principio”: non uno stile né una tendenza artistica, ma un modo di pensare, comportarsi e agire. Perseguendo la creazione di un linguaggio visivo specifico, gli IRWIN analizzano la storia dell’arte europea, lo strano rapporto tra avanguardia e totalitarismo. Al ” Modernismo occidentale” contrappongono la “retro-avanguardia” di un fittizio “Modernismo orientale”, capace di evidenziare l’artificiosità di storiche strutture artistiche create in occidente. Con la loro sigla NSK hanno creato il primo Stato non legato ad alcun territorio. Protagonista della loro scaffalatura: i teddy bear voyeurs.

L’indagine di Franz Kapfer ( Austria, 1971) è centrata su simboli, rituali e monumenti storici svuotati dal loro contenuto originale che egli trasforma usando spesso un carattere volutamente grottesco. Evidenzia e ridicolizza fenomeni come la virilità, l’eroismo, gli atteggiamenti di presunta superiorità e l’arroganza legata al potere. Combatte il congelamento della storia basato su una estetica della morte non risparmiando né le autorità statali né quelle ecclesiastiche. La storia evocata da Kapfer è la storia da parte dei vinti e dei repressi che chiedono giustizia. Protagonista della scaffalatura: l’abuso di potere.

Gülsün Karamustafa (Istanbul, 1946) da anni presta la sua attenzione alla memoria storica di Istanbul, la sua città, come un testimone vigile che inquadra e restituisce le sue tante sfaccettature culturali, l’intreccio delle religioni e delle loro sovrapposizioni, i continui sconvolgimenti della vita delle persone. In un mondo globale che ha travolto i paesi asiatici creando ovunque una forbice crescente tra ricchi e poveri, pone nuovi interrogativi sui contesti politici e sociali che stanno cambiando con grande velocità divorando spesso diritti civili e culturali acquisiti da tempo. Superando la posizione di artista individuale ed autoreferenziale , si sta muovendo su un terreno processuale che occupa spazi e tempi non prevedibili e non convenzionali.
Protagonisti della scaffalatura: una collezione di libri a rischio di estinzione.

I sottili interventi di Koo Jeong-A (Seul, 1967) alludono alle storie della Performance e dell’Arte Concettuale e allo stesso tempo trasformano poeticamente oggetti e materiali apparentemente insignificanti, di tutti i giorni, in dispositivi fascinatori. Nella sua opera tende a “innovare/rinnovare lo stato delle cose, le affezioni o la prospettiva di ciò che ci circonda”. Protagonista della sua scaffalatura: L’aria.

“L’opera di Donatella Landi (Roma, 1958)” dice Louise Déry “è ancorata all’esplorazione del suono e dell’immagine. Ne scruta le potenzialità o le associa per cogliere il potere narrativo, emotivo e della memoria. […] Ne derivano universi carichi di tensione: tra l’animale e l’umano, tra la bellezza e la sofferenza, tra la memoria e l’oblio. […] diversi i motivi centrali nel lavoro dell’artista: riferimenti alla storia dell’arte, alla tradizione del paesaggio, al destino familiare, alla sopravvivenza delle specie, all’integrità e identità umana.

Felice Levini (Roma 1956) propone una visione caleidoscopica dell’arte come strategia di resistenza e di affermazione. Il giuoco e gli spiazzamenti sono parte integrante del suo fare artistico che mescola riferimenti storici e dati autobiografici con un gusto per la proliferazione e gli sdoppiamenti. Con il suo lavoro tende a creare distanza e ad imporre precisi punti di vista affermando la verticalità della visione occidentale contrapposta ad universi orizzontali e fluttuanti. Protagonisti della sua scaffalatura: Gli indiani d’America.

Sergio Lombardo (Roma, 1939) L’artista da decenni indaga sulle procedure automatiche della creazione artistica, basata sulla matematica. La sperimentazione è il fondamento della sua ricerca che spazia dall’estetica, ai sistemi automatici di forme, ai metodi oggettivi. Crea la teoria Eventualista che riserva al lettore dell’opera la teoria interpretativa della medesima. Alla fine degli Anni Settanta crea la rivista d’Arte: La Psicologia dell’Arte che prosegue tuttora e che inquadra le numerose ricerche in una disciplina scientifica. Protagonisti della sua scaffalatura: i suoi amici.

No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti è parte del progetto triennale Sentieri Contemporanei promosso da Fondazione di Sardegna Decamaster/Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea Odv, con il patrocinio della Fondazione No Man’s Land.

Sentieri Contemporanei è un palinsesto itinerante di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Il filo conduttore di Sentieri contemporanei è rappresentato da una grande installazione modulare di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavéle dal titolo “No Man’s City / La Città di Tutti”, che costituisce lo scenario, mobile e mutevole, delle varie tappe di Sentieri Contemporanei. Il suo viaggio è accompagnato da interventi artistici e momenti di approfondimento scientifico nella considerazione dei vari contesti coinvolti, e da un calendario di iniziative collaterali organizzate in collaborazione con istituzioni e organizzazioni culturali.

Articolo di:
Paola Mulas
Coordinatrice del Progetto Sentieri Contemporanei per l’Università di Sassari