Io-sono-Cultura-2014

La cultura muove il 15,3% del valore aggiunto nazionale, equivalente a 214 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto 2014 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, unico studio che “pesa” cultura e creatività nell’economia nazionale, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche.

Le imprese del sistema produttivo culturale sono 443.458, rappresentano il 7,3% delle imprese nazionali e generano il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia. I dati dimostrano, quindi, che le industrie culturali e creative sono un vero e proprio pilastro del made in Italy. In particolare, export, turismo e sponsorizzazioni risultano essere i più importanti ambiti in cui la cultura la fa da padrona.

Il campo della ricerca ha considerato non soltanto i tradizionali settori della cultura e dei beni storico-artistici, ma si è ampliato includendo anche ambiti di ricerca, artigiani e professionali. Complessivamente si tratta di 4 macro settori:

  • industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa),
  • industrie creative (architettura, comunicazione e branding, artigianato, design e produzione di stile),
  • patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici),
  • performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere);

a cui si è affiancata anche un’indagine su tutta la filiera delle industrie culturali italiane.

La capitale italiana di questo intreccio di cultura ed economia è Arezzo. La provincia aretina si conferma al primo posto sia per occupati legati alle industrie culturali, sia per valore aggiunto della cultura sull’intero ambito economico. E in questa particolare classifica seguono Pordenone, Pesaro Urbino, Vicenza e Treviso. Roma è solo sesta, seguita da Macerata, Milano, Como e Pisa.

Per quanto riguarda le macroaree geografiche, è il Centro a staccare tutti. Ancora, nel rapporto di Symbola e Unioncamere si legge: “Qui cultura e creatività producono un valore aggiunto di 18,7 miliardi di euro, equivalenti al 6,2% del totale della locale economia valore aggiunto. Seguono da vicino il Nord-Ovest, che dall’industria culturale crea ricchezza per oltre 26 miliardi di euro, il 5,8% della propria economia, e il Nord-Est, che sempre dal settore delle produzioni culturali e creative vede arrivare 17,3 miliardi (5,4%). Staccato il Mezzogiorno che dalle industrie culturali produce valore aggiunto per 12,5 miliardi di euro (4%)”.

La Regione Sardegna, al contrario del resto d’Italia, non mette a frutto il suo grande patrimonio culturale. Delle 443.458 imprese del sistema produttivo culturale italiano, solo 10.349 sono sarde. E se in Italia, come abbiamo detto, la cultura rende 74,9 miliardi di euro (il 5,4% della ricchezza nazionale), in Sardegna queste percentuali sono molto più basse: nel 2013 il valore aggiunto del sistema culturale nell’isola è stato di 1.061,9 milioni di euro, pari cioè all’1,4% della ricchezza totale prodotta dal settore in Italia e al 3,7% del totale del valore aggiunto prodotto in Sardegna dalle aziende private.

“Il settore della cultura, come conferma il report di Symbola e Unioncamere – dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente Presidente e Segretario Regionale CNA – rappresenta un’enorme opportunità di sviluppo per il futuro della Sardegna, considerando anche le risorse che i fondi europei dedicano allo sviluppo imprenditoriale della produzione culturale”.

E il punto adesso è stabilizzare la cultura come ponte per il futuro. Riscoprendo l’impegno delle Istituzioni e valorizzando l’apporto privato. “La cultura costituisce il nostro vantaggio competitivo”, dice Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che affronta il tema dell’Expo 2015: “Una vetrina globale, che se vuole guardare al bene del Paese e offrire al mondo uno sguardo rivolto al futuro, dovrà dare voce alle esperienze più avanzate di questo settore: puntando più sulle idee che sul cemento”. E della cultura come “combustibile per la ripresa”, parla Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere: “I territori e le imprese rappresentano l’immagine del nostro Paese nel mondo intero: il nostro  primo giacimento, capace di produrre ricchezza, lavoro e benessere per le comunità locali”.

Il documento integrale del Rapporto “Io sono Cultura 2014” può essere scaricato in formato .pdf cliccando qui.