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Il grande dibattito sui beni comuni, ovvero sui beni che sottraendosi alla distinzione tra beni pubblici e beni privati appartengono ad una comunità diffusa, dimostra come esista un’altra proprietà rispetto a quella classica, espressione tipica del pensiero liberale e come questa  discussione meriti di essere arricchita dall’esperienza maturata dalla storia millenaria degli assetti tradizionalmente definiti come usi civici.

La persistenza degli assetti proprietari collettivi rende infatti evidente come la loro evoluzione storica sia stata in grado di elaborare una disciplina che ha contribuito alla tutela del paesaggio ed alla protezione di vaste aree dal punto di vista ambientale. La riflessione sugli assetti fondiari collettivi e sul loro regime caratteristico, nel quale la proprietà dei beni, che compete alla comunità di abitanti del luogo, è scissa dalla loro amministrazione, di cui è titolare l’ente esponenziale della collettività, offrono un valido contributo alla definizione di una possibile disciplina dei beni comuni.

Le proprietà collettive e i diritti collettivi derivanti manifestano infatti una prevalenza della solidarietà comune sull’individualismo del singolo e presentano un valore d’uso con un rilievo maggiore rispetto al loro valore di scambio. Permettono inoltre di operare una valutazione sui poteri conferiti dall’ordinamento agli enti esponenziali della collettività per assicurare una proficua relazione tra popolazione e spazio insediativo. In tal senso, è possibile condurre un interessante approfondimento orientato secondo un’ottica di coesione sociale e di sviluppo territoriale.

Il Centro Studi della Sardegna sulle Terre Civiche, istituito nel 2014 dal Dipartimento di Agraria dell’Ateneo e con sede a Nuoro, organizza il 2°Seminario nei giorni 13 e 14 ottobre prossimo. Le terre civiche costituiscono un patrimonio di circa 300 mila ettari nella nostra regione e di alcuni milioni di ettari in ambito nazionale. Le caratteristiche che attengono oggi a questo vasto patrimonio sono contenute nel titolo del seminario. Gli aspetti così richiamati verranno approfonditi sotto i due angoli visuali: giuridico e socio-economico. Ai contributi di natura scientifica vengono inoltre associati quelli di carattere operativo. L’attenzione verso questi ampi territori è importante al fine di proporre opportunità di sviluppo economico-sociale.

Il seminario vedrà la partecipazione e l’intervento di docenti di diritto amministrativo, tra cui il Prof. Domenico D’Orsogna – Ordinario nell’Università di Sassari e Direttore Scientifico del DECA Master – di economia e di esperti del settore e amministratori. Parteciperà inoltre il Presidente della Corte Costituzionale della Repubblica, Prof. Paolo Grossi.

questo link l’invito e il programma completo delle due giornate.