A partire dal 10 maggio 2018 e sino a fine giugno gli scaffali dell’ex Biblioteca universitaria di Sassari saranno occupati dagli interventi di oltre sessanta artisti, riuniti in occasione della mostra No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti e rigorosamente disposti in ordine alfabetico come in un catalogo per autori. La mostra rientra nel programma di Sentieri Contemporanei, progetto della Fondazione di Sardegna pensato e gestito con la direzione scientifica di Decamaster e la curatela artistica di Zerynthia. Le biografie sono a cura di NOW New Operation Wave, rete operativa internazionale di confronto tra i diversi interpreti del contemporaneo.
Mario Airò (Pavia, 1961) è un artista che trasforma il quotidiano. I molti riferimenti culturali che vengono dalla letteratura, dal mito, dal cinema e dalla storia dell’arte, si uniscono in dialogo con oggetti di uso quotidiano estrapolati dal contesto. Queste associazioni creano dispositivi (composti da materiali diversi, immagini, suoni, testi e fonti luminose ) che trasformano i luoghi in spazi mentali e ci inducono a spostare l’osservazione da un punto di vista ordinario a uno poetico. Protagonista della sua scaffalatura: Ezra Pound.
La ricerca di Maria Thereza Alves (San Paolo, 1961) si sviluppa in risposta a bisogni locali e ai fenomeni culturali. Alves di volta in volta crea dispositivi capaci di mettere in discussione i contesti sociali nei quali ci troviamo, che pensiamo di conoscere e nei quali ci riconosciamo, riportando l’attenzione sulla situazione reale delle cose. Pur consapevole della dicotomia nel pensiero occidentale tra natura e cultura, arte e politica, o arte e vita quotidiana, Alves rifiuta deliberatamente di accettarla nella sua pratica. Protagonista della sua scaffalatura: la lingua dei Krenak (Brasile).
Marco Bagnoli (Firenze, 1949) pone al centro della sua ricerca il rapporto tra Arte, Scienza, Ermetismo e Spiritualità. I progressi della scienza e il rapporto con l’alchimia influenzano in modo determinante la sua ricerca. La costante tensione tra ragione e immaginazione, tra sensibilità e analisi contraddistingue il suo lavoro: l’artista accede al cuore della realtà, ma lo fa in modo diverso dalla scienziato. L’arte per Bagnoli sa vedere oltre. Protagonista della sua scaffalatura: lo Spazio X Tempo.
Massimo Bartolini (Cecina, 1962) è un artista che negli ultimi anni, ha focalizzato la sua attenzione nella progettazione e costruzione di spazi in grado di trasformare i luoghi iniziali. Lo spazio per Bartolini è un’entità sia fisica che emozionale, da modificare, interpretare e definire. Tutta l’opera di Bartolini è una ricerca volta all’arricchimento delle nostre ipotesi percettive. Le sue opere sono sempre luoghi da attraversare, paesaggi che si lasciano riconoscere solo per qualche frammento del quotidiano. Protagonista della sua scaffalatura: gli “Studio Matters”, oggetti ispirati a quelli che popolano il suo atelier.
Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) da molti anni ha deciso di rifiutare il dualismo tra realtà e irrealtà, aprendosi così alla terza via della tendenza e della propensione. L’intelligenza umana possiede un diaframma che impedisce di varcare quei limiti dove la mente esita. L’ Arte è il sintomo che è possibile andarvi oltre. Sono necessari nuovi linguaggi-ipotesi, e molto coraggio di fronte al rischio. L’artista continua a porsi domande e a proporre idee, ma anche a tracciare nuovi perimetri, cercando altre immagini e modi intorno e dentro la sua mente. Protagonista della sua scaffalatura: l’archivio come opera d’Arte.
Elisabetta Benassi (Roma, 1966) è un’artista di forte spessore contenutistico e di grande impatto emozionale, capace di costruire su controversi temi della modernità intense narrazioni simboliche in cui sono evidenti i richiami alla tradizione socioculturale e artistica del Novecento. La ricerca di Elisabetta Benassi guarda al nostro presente, le sue performance spesso prevedono un’interazione dell’artista con oggetti-simbolo del passato e della contemporaneità. Protagonista della sua scaffalatura: una parte della libreria del suo atelier.
Quella di Rossella Biscotti (Molfetta, 1978) è un’indagine che parte dalle storie individuali e il loro collegamento con la società. Nella sua attività cross-mediale, che attraversa la cinematografia, le arti performative e la scultura, esplora e ricostruisce momenti oscuri della storia contemporanea. È un processo di assemblaggio di incontri personali e di colloqui orali tesi alla costruzione di nuove storie. Le sue investigazioni tendono a lasciare il segno sulle sue sculture e installazioni. Protagoniste della sua scaffalatura: una serie di Key-words.
Nell’opera di Katinka Bock (Francoforte sul Meno, 1976) il passaggio del tempo nella sua espressione materica ha un ruolo centrale. Le impronte e le erosioni del tempo entrano a far parte del processo che caratterizza l’opera. Materiali come il bronzo, la ceramica, il vetro entrano in contatto con gli ambienti circostanti, i pavimenti, gli elementi dell’architettura diventano estensioni delle opere. Nella sua staticità, la scultura diventa una presa di posizione, una dichiarazione. Protagonista della sua scaffalatura: Eva Hesse
Il lavoro di Paolo Canevari (Roma, 1963) è legato alla riflessione sull’impermanenza nell’arte, al significato della scultura e a come questa si metta in relazione con il contesto sociale contemporaneo. I materiali primari e semplici sono messi in rapporto con il concetto di rappresentazione, sono chiavi per le infinite possibilità di lettura. Allo stesso tempo, testimoniano la continua metamorfosi della materia la cui instabilità è sinonimo di apertura a diverse interpretazioni. Protagonisti della sua scaffalatura: i suoi libri neri.
No Man’s Library / La Biblioteca di Tutti è parte del progetto triennale Sentieri Contemporanei promosso da Fondazione di Sardegna Decamaster/Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea Odv, con il patrocinio della Fondazione No Man’s Land.
Sentieri Contemporanei è un palinsesto itinerante di dialogo ed interazione tra arte, scienza e formazione. Il filo conduttore di Sentieri contemporanei è rappresentato da una grande installazione modulare di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavéle dal titolo “No Man’s City / La Città di Tutti”, che costituisce lo scenario, mobile e mutevole, delle varie tappe di Sentieri Contemporanei. Il suo viaggio è accompagnato da interventi artistici e momenti di approfondimento scientifico nella considerazione dei vari contesti coinvolti, e da un calendario di iniziative collaterali organizzate in collaborazione con istituzioni e organizzazioni culturali.
Articolo di:
Paola Mulas
Coordinatrice del Progetto Sentieri Contemporanei per l’Università di Sassari