Takis (Panagiotis Vassilakis), Champs magnétiques, 1969. Museo Solomon R. Guggenheim, New York

Fino al 19 aprile 2020 al MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, sarà possibile esplorare il percorso artistico di TAKIS, Panagiotis Vassilakis (1925 – 2019), lo scultore del magnetismo, della luce e del suono in una esposizione a cura di Guy Brett (critico indipendente e curatore), Michael Wellen (curatore internazionale d’arte, Tate) e Teresa Grandas (curatore, MACBA).

La mostra è coprodotta dalla Tate Modern di Londra e dal Museo di Arte Cicladica di Atene, dalla fondazione dello stesso artista – Takis Foundation, Research Center for the Art and the Sciences, Atene – con opere provenienti anche da altre istituzioni come il Centro Pompidou a Parigi, il Guggenheim a New York e la Collezione Menil a Houston.

L’esposizione mette in luce la poetica essenziale e la bellezza dell’universo elettromagnetico esplorata da un artista che ha cercato di far scoprire allo spettatore il potere delle forze invisibili che animano il mondo. In particolare, il suo lavoro ha collegato la ricerca artistica con quella scientifica e filosofica. Sebbene le sue prime sculture facessero esplicito riferimento alla cultura classica greca, presto iniziò a innovare incorporando forze naturali – in particolare magnetismo, luce ed elettricità – nelle sue sculture e dipinti, così come nelle sue azioni. Allo stesso modo, è passato dalla figurazione a un’opera più vicina all’astrazione sperimentale, traducendo in opere lo spirito del suo tempo. I titoli dei lavori esposti al MACBA sono eloquenti: Muri Magnetici, Sculture Telemagnetiche, Telepitture, Teleluci, Sculture Musicali, Balletti Magnetici.

Takis, figura pionieristica e fortemente innovativa, si definiva uno “scienziato istintivo”, con un lavoro a metà strada tra arte e scienza, elaborando, durante 70 anni di carriera atipica, maestose sculture, strumenti musicali e opere d’arte non convenzionali da materiali riciclati o dispositivi tecnologici di scarto, utilizzando radar, antenne, magneti o pendoli, aprendo la strada alla creazione di nuove forme artistiche. Takis ha creato alcune delle opere più innovative e potenti del ‘900, con le quali ha reinventato i formati di scultura, pittura e musica in relazione a l’energia.

Era nato ad Atene nel 1925, ma una parte importante della sua carriera artistica si sviluppa a Parigi, dove lascia il segno più profondo nella sua poetica, entrando in contatto con artisti come Yves Klein, Alberto Giacometti e Jean Tinguely, conquistando l’ammirazione delle Avanguardie internazionali, dei poeti dell’American Beat ad alcuni artisti dadaisti come Marcel Duchamp, e sviluppando un’opera influenzata dalla rottura con il passato che proprio le neoavanguardie stavano portando avanti. Inizia a sperimentare i magneti e a creare le “sculture telemagnetiche”, esposte per la prima volta nel 1959 alla Galerie Iris Clert. Leggendaria è la performance L’Impossible, un homme dans l’espace, anch’essa svoltasi alla Galerie Iris Clert nel 1960, in cui il poeta sudafricano Sinclair Beiles,  rimanendo sostenuto nel vuoto e liberato dall’attrazione terrestre, grazie al campo magnetico creato da potenti elettrocalamite, recitava il suo Manifeste magnétique: “Sono una scultura. […] Vorrei vedere tutte le bombe atomiche della terra trasformate in sculture […]”. Pochi mesi dopo l’azione performativa di Takis, Yuri Gagarin sarebbe stato il primo uomo nello spazio.

Takis, L’Impossible, un homme dans l’espace. Galerie Iris Clert, Parigi, 1960

Questo uso dell’elettromagnetismo viene considerato un’invenzione inedita e l’anno seguente riceve il brevetto dal Ministero dell’Industria francese, riconoscimento che lo consacra come pioniere dell’Arte Cinetica e innalza la sua reputazione sulla scena artistica internazionale.

Tra il 1950 e il 1970 si muove tra Parigi, Londra e New York, dove ottiene una borsa di studio presso il Massachusetts Institute of Technology che gli permette di approfondire le sue ricerche e di realizzare le Sculptures Electromagnétiques e le Sculptures Hydromagnétiques. In seguito rientra nella capitale francese, arricchito di nozioni sul cosmo e sulla filosofia, per poi ritrasferirsi definitivamente ad Atene.

Fu uno dei pionieri dell’arte cinetica e sperimentale più avanzata degli anni sessanta. Nel corso degli anni ha prodotto sculture simili ad antenne che chiama “Segnali” e dispositivi musicali che lavorano come radar in grado di catturare suoni provenienti dalle profondità del cosmo utilizzando magneti, elettricità e prevedendo la partecipazione degli spettatori per generare suoni risonanti in modo casuale. Come nel 1981 quando per il Centre Pompidou crea un sistema di spazi musicali evocanti rituali profani, come ad esempio “Tre totem spazio musicale”, o quando allestisce i suoi grandi Gong colpiti da un ponderoso martello, fogli di metallo curvato e objets trouvés, ispirandosi alle pratiche rituali e ancestrali dei monaci di Patmos, che battono travi di legno per comunicare gli eventi del giorno. Per questa combinazione sapiente tra esperienza plastica, movimento meccanico e musica casuale nel dicembre 1966 la rivista New Scientist, nell’articolo The sounds of tomorrow, lo definisce uno dei più promettenti musicisti del secolo, insieme a John Cage e a Yiannis Xenakis.

I suoi lavori sono entrati a far parte delle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo, come il Pompidou di Parigi, il MoMA e il Guggenheim di New York, la De Menil Collection di Houston, la Tate Modern di Londra, la collezione Peggy Guggenheim a Venezia. Le sue opere sono anche esposte nei giardini dell’UNESCO e a La Defense di Parigi, dove il governo francese gli ha offerto il più grande spazio pubblico mai concesso: 3.500 metri quadri per una “foresta” di 49 Signaux Lumineux. Partecipa due volte a Documenta di Kassel, una volta alla Biennale di Venezia e nel 1985 alla Biennale di Parigi, dove gli è viene assegnato il primo premio. Nel 2001 il Parlamento europeo ha premiato la sua fondazione per l’impegno dell’artista nel campo delle energie rinnovabili.

Takis, Ballet Magnétique, 1961, Tate, © ADAGP, Paris and DACS, London 2019

Gli spettatori che entrano nelle sale del MACBA hanno modo di attraversare le forze dei suoi campi magnetici, in una maniera simile a quella messa in azione dalle calamite mesmeriche nel XVIII secolo. Le opere esposte evocano anche la gravità di Newton, divulgata da Voltaire, e la forza invisibile dell’elettricità di Franklin. Nella mostra è possibile apprezzare la ricostruzione di un percorso artistico complesso ed eterogeneo, imbattendosi in un profondo corpus di lavori che si rifà ai punti fondamentali delle sue ricerche basate sull’esplorazione delle forze magnetiche e sulla rappresentazione simbolica di paesaggi tecnologici, opere con elementi invisibili come magnetismo ed elettricità, che danno suono e movimento alle diverse componenti, ricombinando scarti e rifiuti industriali e tecnologie scientifiche, alle quali ha infuso un senso esistenziale, anticipando di decenni la critica ecologica contemporanea.

INFO
MACBA – Museu d’Art Contemporani de Barcelona, Plaça dels Àngels 1, Barcelona.
Durata : dal 22/11/19 al 19/04/20,
Giorni e orari: Lunedì e mercoledì-giovedì 11:00-17:30, sabato 10:00-20:00, domenica 10:00-15:00.

Takis, Telepainting, 1964, Private Collection, © ADAGP, Paris and DACS, London 2019

Takis, Signals , 1954-78, Macba 2020

Takis, Méduse, 1980

Takis, Musical Sphere, 1985, Takis Foundation, © ADAGP, Paris and DACS, London 2019, Ph. Hlias Nak

Takis, Ligne Parallèle, 1984

Takis, Signal lumineux, 1976 e 1970 circa